Dopo aver dissipato numerosi dubbi e alla luce di attente valutazioni, hai finalmente deciso di accettare il preventivo di Cessione del Quinto, dando quindi il via alla pratica di finanziamento. Bene, ora non resta che attendere la tua liquidità e farne buon uso. Ma, all'improvviso, un dubbio ti assale. E se il datore di lavoro non dovesse accettare la tua richiesta di Cessione del Quinto?
Facciamo un passo indietro. Cos'è la Cessione del Quinto? La Cessione del Quinto è la forma di finanziamento più richiesta in Italia da pensionati e lavoratori del settore pubblico e privato. Si presenta come un prestito a tasso fisso il cui rimborso avviene mediante addebito diretto in busta paga; l'importo della rata di una Cessione del Quinto non può essere superiore ad un quinto (20%) dello stipendio netto mensile o della pensione. Questo significa che non sarà il cliente a doversi preoccupare mensilmente del rimborso del prestito, ma sarà cura del datore di lavoro assicurarsi che la rata venga regolarmente e correttamente pagata.
Un datore di lavoro non può, secondo la legge italiana, opporsi alla richiesta di un dipendente di un finanziamento con Cessione del Quinto, sia che si parli di un settore pubblico sia privato.
Ma veniamo al focus di questo articolo. Può un datore di lavoro rifiutarsi di accettare la Cessione del Quinto di un suo dipendente? Assolutamente no. Il datore di lavoro è obbligato, secondo la legge italiana, a non opporsi alla Cessione del quinto, che rappresenta un diritto per ogni lavoratore.
In passato, tale obbligo riguardava esclusivamente i datori di lavoro di dipendenti pubblici e statali (DPR n. 180/1950). A partire dal 2005, però, tale obbligo riguarda anche i dipendenti di aziende private e i pensionati.
Ma non è tutto; il datore di lavoro, oltre ad accettare la Cessione del Quinto, è anche obbligato a garantire il rimborso delle rate, pena pesanti sanzioni.
Infatti, il datore di lavoro, nel momento in cui sottoscrive il contratto, si impegna a rimborsare le rate del prestito con Cessione del Quinto, sollevando il lavoratore dall'obbligo di effettuare il pagamento tramite altri mezzi (quali bonifici o bollettini postali). Il dipendente percepirà, quindi, lo stipendio al netto della rata di finanziamento.